Sunday, November 13, 2011

Commento: Habemus Papam


 Finalmente ho visto “Habemus Papam” di Nanni Moretti. La storia penso sia abbastanza nota quindi non vedo ragione di ripeterla qui.
Lo ammetto, il film mi e' piaciuto e pure tanto. Contrariamente a quello che possono dire neocatecumenali o ciellini, la chiesa ritratta dal regista italiano e' una chiesa piena di umanita', in cui l'amore per la fede traspare da ogni suo poro. Non vedo nulla di anticattolico nel sottolineare che anche il Sommo Pontefice e' un umano che ha bisogno delle preghiere dei fedeli e che anche lui puo' avere dei seri dubbi, non tanto sulla fede – il neoeletto non lascia mai il suo credere in Dio – ma sulle sue capacita' umane. Per questo il Papa di nascosto si lascia andare in un'introspezione simile a quella che  viene fatta dal protagonista del meraviglioso e tristissimo “Il posto delle Fragole”.

Moretti ci fa vedere una cosa molto bella, forse piu' positiva della realta' dei fatti: i cardinali non solo credono in Dio, ma amano il loro papa. Quando pensano di scorgere la sua ombra negli appartamenti papali, si fermano, lo guardano stupiti e meravigliati, come dei bambinetti guarderebbero una fabbrica di cioccolata. Quando sono convinti di vederlo mettono ogni loro attivita' in secondo piano. Persino  'papabili' non-eletti non riescono a non volergli bene, non riescono a portare la loro invidia fino in fondo. Anzi, quando sentono che 'il Papa ha mangiato bene' tirano un sospiro di sollievo, contenti di sapere che tutto sta migliorando. Addirittura loro sono disposti a perdere la loro liberta' per difendere il Pontefice, lo si vede chiaramente quando i tre cardinali provano ad andare a prendere un cappuccino fuori dal Vaticano e capendo la gravita' della situazione – nonche' il regolamento – non fanno troppe storie: quello che c'e' da fare per la Chiesa si deve fare e basta.

Ritengo che la storia dei cardinali sia maggiormente importante rispetto a quella del papa in quanto sono loro che determinano in realta' l'andamento della questione. Sono loro che dapprincipio non permettono allo psicanalista di fare una seduta privata (tutti i cardinali elettori ascoltano quello che il pontefice dice durante la prima ed unica intervista con Moretti). E' il loro amore disinteressato per il pontefice che non permette di vedere in faccia la verita' semplice: l'eletto non e' in grado di guidare la chiesa.
Il papa si riscopre semplicemente quando viene a contatto con la compagnia degli attori, grazie ai quali riesce a vedere appieno la sua umanita', il fatto che effettivamente lui voleva qualcos'altro.

Mi stupisce che sia un ateo come Moretti a tirare fuori un punto cosi' fondamentale della vita religiosa di qualsiasi persona, ovvero l'individualita' del proprio animo davanti al Dio per cui si fanno tanti sacrifici. L'amore per Dio, anche questo incondizionato, richiede molto da ogni persona, figurarsi da un pontefice. Egli infatti affronta senza mezzi termini la sua lunga notte, la sua kenosi, chiedendosi cosa si debba fare veramente in nome di Dio:e' accettare il voto dei cardinali? E' accettare ogni cosa senza farsi problemi? E' lasciare tutto, nell'onesta' che la propria persona richiede?
Quello che traspare e' che in realta' il neopapa non e' una persona con problemi psicologici. E' semplicemente onesto.
A questo punto si potrebbe obiettare che allora la scelta di questo pontefice non e' opera divina. Moretti pero' e' troppo sublime, troppo delicato, per mancare di rispetto al voto del conclave. Il discorso finale che il pontefice fa alla folla in San Pietro e' esattamente quello di cui la chiesa ha bisogno. Lo dice il papa. Egli riconosce che la chiesa ha bisogno di un papa forte, che sia in grado di sistemare le cose. Ha bisogno di un Santo Padre forte non tanto nelle questioni legislative ma proprio nell'amore dato e nell'amore ricevuto.  E' cosi' che il protagonista e' in grado di dettare il senso del pontificato: non il suo, ma di quello successivo ovvero che aiutera' la chiesa a crescere, a parlare con la gente, a capire i tempi proprio in nome del messaggio evangelico e della tradizione cattolica.
E' chiaro che durante quel discorso il papa esce con una forza incredibile, riuscendo a stabilire cio' che deve essere stabilito. I fedeli in San Pietro non riescono a cogliere il senso di tutto cio', si mettono a piangere proprio mentre il papa chiede loro di fare la cosa piu' cristiana che esista: pregare. I cardinali, anche loro si disperano, ma sanno benissimo che un nuovo conclave sara' necessario e, grazie a questo papa, non potra' che uscire eletto un papa che sara' ricordato nella storia come il pontefice che rimette le cose al proprio posto.
In sostanza, il film e' delicatissimo. E' sorprendente che un ateo sia riuscito a discutere con la chiesa, nella chiesa. Uno dei punti delicati e' infatti quando Moretti si lamenta di aver trovato un solo libro nelle sue camere: la bibbia. Ma nemmeno lui, ateo convinto, psicanalista, riesce a resistere a quel libro, mettendosi a studiarlo, trovandovi un senso persino per lui, anche se superficiale.
L'unica cosa che non riesco a capire e' la ragione per cui il regista abbia deciso di fare un film del genere. Parla bene della chiesa, ci mostra l'umanita' dei prelati, indipendentemente dall'abito bianco o meno, ci fa vedere dei fedeli che veramente sperano nel proprio papa e ci ricorda anche che i cardinali hanno ottime intenzioni. Certo non manca qualche critica, come il cardinale che in maniera un po' ridicola gli rivela, durante il torneo di pallavolo, di credere che l'inferno esista ma sia vuoto. Pero' anche qua, durante uno dei momenti piu' felici forse della loro vita quando sono chiamati a rapporto per la chiesa da parte del segretario del papa non mancano di mettere il loro divertimento e piacere in secondo piano, per la disperazione di un ignaro Moretti. Forse l'unica, minuscola, pecca e' qualche semplificazione caratteriale ma chiaramente il film non ha la pretesa di discutere dei problemi o delle grandezze del mondo ecclesiastico.
In conclusione, non so perche' sia stato fatto un film del genere, ma sicuramente e' un film di tutto rispetto che va visto e capito: Moretti conosce molto bene la chiesa e, forse, l'ammira.


Thursday, November 10, 2011

Commento: Baseball in the garden of Eden

L’off-season e’ sicuramente un lungo e difficile momento per qualsiasi appassionato di baseball. Come ogni momento ‘drammatico’, pur nei giochi della vita, bisogna riuscire a rimbalzare sfruttando la negativita’ al meglio in maniera da invertire la rotta al piu’ presto. Sappiamo che ad aprile 2012 le partite ricominceranno. La prima partita dei Rangers sara’ per l’appunto venerdi’ sei aprile contro i White Sox. Ma cosa fare nel frattempo? Personalmente leggero’ parecchio e studiero’ un po’ di storia del baseball, in maniera da ricordarmi che la primavera prima o poi arrivera’. Ieri ho finito la lettura di “Baseball in the Garden of Eden” di John Thorn, lo storico ufficiale della MLB. Per il prezzo piu’ che accettabile di $17.12 su Amazon ($26.00 prezzo regolare) si ottengono oltre 350 pagine di puro piacere storico-sportivo.

La domanda di fondo al libro e’ se e’ possibile risalire ad un inventore del baseball o, almeno, alla prima partita mai giocata. In realta’ l’autore ci fa una panoramica dell’America del XIX secolo e di come certa mentalita’ abbia influenzato pesantemente il gioco fino quasi a distruggerlo. Ovviamente viene dedicato ampio spazio alla Commissione Mills, quella desiderata da Spalding in cui si stabili’ senza alcuna prova storica che l’inventore fu Abner Doubleday, l’eroe americano. Se precedentemente si pensava che la Commissione scelse Doubleday perche’ faceva comodo –nulla di meglio che un eroe di guerra per pubblicizzare un gioco che doveva essere a tutti i costi americano –il libro ci rivela ragioni abbastanza inquietanti e il ruolo cui la Theosophist Society, una setta religiosa che diede poi inizio alle altre varie sette religiose americane, prese una parte fondamentale. Thorn ci spiega subito che e’ impossibile risalire ad un inventore, ne’ Doubleday ne’ Cartwright dei Knickerbockers possono ottenere il trono storico e nessuno dei due merita allori per un’invenzione che di fatto non hanno mai realizzato. Per capire quindi il senso della Commissione Mills, l’autore ci spiega accuratamente che il baseball del XIX secolo dopo aver preso piede divenne immediatamente corrotto da scommettitori, sfruttatori, lavoratori, razzisti e quant’altro di peggio ci fosse nella societa’.

L’immagine che si fa dei proprietari e’ proprio quella dello schiavista senza scrupolo disposto a qualsiasi cosa pur di guadagnare, incluso il famoso “gentlemen agreement” secondo cui una persona di colore non poteva giocare in una squadra di professionisti. Curiosamente, Thorn ci spiega che per “nero” si intendeva tendenzialmente un cittadino americano: portoricani e simili erano ammessi, quindi forse non era semplicemente una questione di colore della pelle.

Da dove deriva quindi il mito di Doubleday? E’ difficile spiegarlo, non rimane che leggere il libro, la questione e’ infatti intricatissima e coinvolge numerose persone nell’arco di diversi decenni in cui una volta dimenticata la voglia del gioco puro la pieta’ umana venne lasciata da parte. “Baseball in the Garden of Eden” e’ abbastanza complesso, pieno di dati, nomi ed informazioni. Ricoprire quel periodo in un solo volume e’ di fatto impossibile ma Thorn fa un lavoro piu’ che ottimale. Una nota importante: il testo pubblica diversi documenti originali mai pubblicati in precedenza e scoperti dall’autore stesso. Decisamente consigliato.


Tuesday, November 8, 2011

Berlusconi fuori dalle palle?

Alla fine Berluska cede. Stando alle notizie di pochi minuti fa il Primo Ministro ha detto al Presidente della Repubblica che rassegnera’ le dimissioni dopo la legge di stabilita’ (ovvero il magna-magna europeo). Che sia la fine di un’era? Non so, non credo. Penso che il problema italiano sia strutturale, non solo Berlusconiano.
Certo, toglierselo dalle palle puo’ certamente aiutare nella speranza che qualcosa ricresca dal nulla. Siccome io vorrei una destra seria mi auguro che dalle macerie nasca qualcosa (o, che “dal letame nascono i fior”) di interessante. Una cosa di tutta questa storia mi ha dato fastidio. Ieri mattina i giornali hanno pubblicizzato il presunto evento secondo cui alle voci di dimissioni di Berluska i mercati sono schizzati in alto. Primo di tutto, le erezioni sui giornali sono una cosa berlusconiana. Secondo, la cosa grave e’ che i giornali hanno messo la notizia come un “te l’avevo detto” o, peggio, un “visto? Questa e’ la prova del fatto che Berluska debba togliersi di mezzo”. Penso che quella invece sarebbe l’UNICA ragione per cui Silviuzzo dovrebbe rimanere. Cioe’, se non altro a spregio dei mercati che stanno rovinando l’Europa prima e il mondo poi. Ci rendiamo conto che l’affermazione nascosta e’ che i mercati controllano l’esecutivo di una nazione? Che un esecutivo dovrebbe dimettersi perche’ “I mercati non approvano”? Dico, questo e’ l’opposto di quello che supporto io, ovvero l’economia sottomessa alla politica, a sua volta sottomessa ai cittadini. Ma niente, tutti felici a rotolarsi come porci nel fango a dire una cosa del genere, proprio nel mentre che l’Italia e’ commissariata.
Tutto cio’ mi sembra ridicolo.

Tuesday, November 1, 2011

Bankeuropa

Leggo sui giornali che il governo greco ha deciso di indire un referendum popolare per prendere una decisione sul famoso piano di salvataggio europeo (leggi franco-tedesco). Questa decisione, questa richiesta di un’opinione popolare ha scatenato non solo il solito crollo dei mercati, ma ha anche mandato su tutte le furie i tedeschi ed i francesi come non si vedeva dalle migliori barzellette per bambini.
Non voglio fare analisi economiche, non ne ho voglia e non ne sono in grado; d’altronde sembra che in realta’ nessuno sia in grado di capire, tantomeno risolvere, la crisi in corso. La breve e superficiale analisi che voglio fare e’ quella sul concetto di liberta’. Il referendum e’ uno dei piu’ alti momenti di qualsiasi democrazia di una repubblica. Anzi, forse e’ l’unico elemento democratico. Le elezioni in se’ non sono “democratiche” ma per suffragio universale, che e’ cosa ben diversa. Per il popolo non c’e’ modo di chiamare il governo a rapporto o di far cadere un parlamento se non attraverso le elezioni stabilite dalla Costituzione (contratto popolo-stato) o da una crisi del sistema politico stesso (quindi indotta dall’interno). Essendo una repubblica i cittadini hanno delegato l’ufficio della gestione dello stato a persone elette secondo un metodo prestabilito. Tuttavia, il referendum e’ la vera consultazione popolare democratica. Puo’ essere chiamata da un governo, come in questo caso, o da una raccolta di firme. Insomma, e’ il metodo per far apparire chiaro il parere specifico dei cittadini. La cosa e’ da tenere ben presente visto che l’unico altro metodo e’ la rivoluzione che pero’ ha il grave svantaggio di essere molto spesso confusa sia per le domande che per le risposte. Penso che quello greco sia l’ultimo urlo della sovranita’ popolare della Grecia e non trovo casuale che cio’ avvenga proprio nella culla della democrazia. Il fatto che GER-FRA voglia evitare questo referendum ad ogni costo –e ci riuscira’ anche facendo cadere il governo greco attraverso pressioni esterne –e’ il simbolo della mancanza di sovranita’ dei vari stati europei.
Il crollo delle borse non e’ nient’altro che il ricatto del mondo finanziario al mondo politico allo stesso modo con cui il Dow Jones e’ crollato nel 2008 dopo che il parlamento USA non ha approvato il primo folle piano di bailout per le banche (vedi “Capitalism” di Michael Moore).
Sono con te, Grecia.

Sunday, October 30, 2011

Il bell'odore della sconfitta.

Dopo partita sei delle World Series ho deciso di mantenere il silenzio fino alla fine. Quella sfida e' gia' considerata da libri di storia, se non proprio la migliore mai avvenuta alle World Series. E' indubbio, comunque, che cio' che si e' visto venerdi' finira' nell'Olimpo degli eventi sportivi. Milioni di spettatori hanno avuto l'opportunita' di vedere cio' che puo' essere considerato come alla pari con un incontro in contemporanea tra Cassius Clay e Foreman e Bobby Fischer contro Boris Spasski. Non ci sono parole ed e' inutile fare la cronaca degli eventi, gia' presente in migliaia di altri siti sportivi. I blurays sono gia' in produzione; d'altronde deve pur dire qualcosa se per la prima volta una partita di baseball ha avuto piu' spettatori televisivi di una partita di football.
Quattro ore e mezza di sfida continua, in cui mi rimane in mente, senza possibilita' di rimozione ad esclusione di un Alzheimer selettivo, un singolo pitch. Al nono inning, con due out, bastava un tiro per vincere. Un semplice tiro, uno strike e i Texas Rangers sarebbero diventati campioni. Feliz sul pitcher mound, Freese – ovvero l'eroe nato e cresciuto a St. Louis – in battuta. Quel tiro di Feliz, quel movimento, quella certezza di vincere. Come si puo' non vincere con due punti di vantaggio ad un solo tiro dalla fine? Tutto era pronto, incluso lo champagne negli spogliatoi. Pochi centesimi di secondo dopo il tiro si e' sentito quel rumore che nessun tifoso dei Rangers voleva sentire, il suono inimitabile della pallina colpita dalla mazza. E' difficile capire quale sia stato il momento in cui abbiamo realizzato che i Rangers non avrebbero vinto, se il colpo di Freese o se e' stato il momento in cui abbiamo visto Nelson Cruz rincorrere come un disperato la pallina. Sta di fatto che Feliz non ce l'ha fatta e siamo andati al decimo inning in cui la stessa storia si e' ripetuta. Identica. Senza pieta'. Hamilton porta in vantaggio i Rangers di due punti con il suo primo homerun della postseason (ha giocato tutto il tempo con un'ernia inguinale...). Eppure Berkman ha pareggiato di nuovo, rendendo nuovamente vano lo sforzo dei Rangers.
La cosa piu' stupefacente e' il finale da favola, degna dei fratelli Grimm. Entrambe le squadre avevano raggiunto un punto in cui chiunque avrebbe vinto sarebbe stato ricoperto di allori, mentre chi avrebbe perso si sarebbe chiesto per tutta la vita le ragioni. Da un lato, il ritorno di Hamilton, ritorno sia dall'infortunio che dalla dura realta' dell'alcoolismo. Hamilton avrebbe superato ogni ostacolo pur di vincere, aiutato dal suo amico Mike Napoli che poco prima schiantandosi sulla base ha rischiato la rottura della caviglia (tutti dopo aver visto il replay, in cui si vede la caviglia di Napoli stortarsi completamente ed in velocita', ci siamo chiesti come sia riuscito a rialzarsi). 
Dall'altro la storia di Freese, il povero ragazzo cresciuto a St. Louis, come un Oliver Twist del baseball del Missouri.
Ha vinto la favola di St. Louis. Il suo homerun nell'undicesimo inning ha permesso la vittoria alla sua squadra. Con partita sei in mano a St. Louis, partita sette non e' stata altro che una formalita'. I Rangers hanno avuto un piccolo scatto d'orgoglio portandosi avanti di due punti per poi essere recuperati dopo pochi minuti.

Quello che rimane e' difficile da spiegare. Il bello del baseball e' la sua imprevedibilita'. Malgrado le migliaia di statistiche stilate per ogni giocatore – che ti permettono di vedere le situazioni singole ma non l'andamento del gioco – gli eventi sono inimmaginabili. Il bello del baseball e' dovuto anche alla totale assenza di un cronometro. Tutto e' deciso in base al gioco, non in base a come si gestisce il tempo. Tutto e' basato sulla capacita' dei singoli, ma anche sull'integrazione della squadra. Non si puo' prendere la palla e buttarla sugli spalti per perdere tempo. Non si puo' fare catenaccio. Non si puo' fare fallo di gioco. Il bello del baseball e' questo. E il bello del baseball e' cio' che ha distrutto i Rangers. Lo spettacolo e' stato meraviglioso, una sfida su sette partite in cui la sesta e' stata fondamentale. Ma la bellezza e' cio' che ha permesso a St. Louis di vincere. Evidentemente LaRussa, il manager di St. Louis, e' riuscito a guardare negli occhi la dea della bellezza del baseball e a vincere. Washington, manager dei Rangers e comunque incolpevole spettatore, l'ha guardata ma dev'essere rimasto pietrificato come se avesse visto Medusa. Questa bellezza – per noi rappresentata da una dolorosa sconfitta – non lascia semplicemente l'amaro in bocca. Sarebbe facile se ci fosse solo questo. Tutti e cinque i sensi sono coinvolti. Si possono ridisegnare le singole occasioni, le singole azioni, ma non avrebbe senso. La mente pero' non puo' e non riesce a staccarsi da quel pitch di Feliz, quello che doveva essere il tiro della gloria. Pero' la mente e' consapevole che non e' quello l'elemento determinate; nel grande disegno del baseball Feliz non ha colpe. E' duro perdere dopo aver visto la Bellezza, e' duro dire che ella non ci piace. E' duro perche' non e' vero. In realta' ci e' piaciuto, abbiamo veramente goduto nel vedere quello spettacolo che ricorderemo anche tra decenni a questa parte. Sappiamo che anche chi non e' appassionato al baseball ha apprezzato lo spettacolo, sappiamo che noi l'abbiamo visto e anche coccolato. Tutti noi che abbiamo l'opportunita' di andare al ballpark speriamo e preghiamo di vedere partite del genere, sfide in ogni parte in cui basta un piccolo evento per far crollare tutto. Partite in cui una singola azione ha l'opportunita' di far soffrire e far perdere la testa a professionisti pagati milioni di dollari per mantenere tutto sotto controllo. Questi eventi ci consentono di vedere che persino loro sono umani e non sono nient'altro che pedoni, spesso piazzati male, nel grande gioco del baseball ovvero quel gioco che impietoso passa sopra ogni persona che prova a mettersi in mezzo al suo tragitto.

Abbiamo visto il grande show, ma a noi tifosi della squadra sconfitta cosa rimane? Non lo so definire, ma rimane un'odore dolciastro, simile all'odore della legna di qualita' decente ma un po' umidiccia che viene bruciata per fare un falo'.Adesso che questo fuoco si sta affievolendo si sente quell'odore particolare, inimitabile.

Abbiamo visto il fuoco, e l'abbiamo visto per tutte le 162 partite che i Rangers, come ogni altra squadra, hanno giocato nella regular season. Abbiamo visto gli alti e bassi di quei giocatori di cui ci siamo inebriati, con cui abbiamo sudato e gioito. Quelle persone che con i loro alti e bassi, con i loro records e con i loro errori ci hanno regalato giornate indimenticabili.  Quei giocatori, che come Cruz ci hanno fatto gioire. Come Napoli che, preso ad inizio stagione come scamorza e rifiutato da piu' squadre, si e' rivelato il giocatore piu' importante della squadra. Come Young e la sua battaglia pre-season contro lo stesso ufficio dei Rangers. Per noi, tifosi dei Rangers, rimarranno eroi indipendentemente dal risultato finale di questa stagione.
Grazie a loro sappiamo di aver visto delle fiamme stupende che hanno illuminato la notte ma di cui ora rimane poco. Gli occhi ci fanno un po' male, il contrasto tra il buio e il fuoco ci ha un po' storditi. Ma quell'odore non va via, aleggia nell'aria come a significare la fine, la mancanza di qualsiasi altra possibilita' di ritorno. Sappiamo che tra pochi mesi torneranno le fiamme, la stagione ricomincia ad aprile. Ma non e' possibile ragionare cosi' avanti nel tempo. Abbiamo assistito ad una performance troppo bella per far finta di niente e passare avanti.
Il grande show ha reso i vincitori degli eroi mentre noi siamo stati resi piu' sensibili a questo senso olfattico fortissimo: il meraviglioso, incredibile, stupefacente e assurdo odore che esiste solo con il fuoco della sconfitta.

Tuesday, October 25, 2011

Meno uno

Siamo a meno uno dalla vittoria. Ieri in una partita tesissima la differenza l’ha fatta Mike Napoli. Partiti malissimo, i Rangers hanno subito ben due punti nel terzo inning, grazie ad un errore di CJ Wilson che su una ribattuta non e’ stato in grado di passare una facile partita in prima base. Murphy, autore di un errore, si e’ invece redento grazie ad un salvataggio in tuffo. I Rangers, sotto di due punti, hanno accorciato le distanze grazie ad uno stupendo homerun di Moreland e hanno pareggiato al sesto inning grazie ad un homerun (in ginocchio) da parte di Beltre. Li’ i Mariners sono crollati e difatti nell’ottavo inning con due uomini in base, Mike Napoli, in ottava posizione in battuta, grazie ad un meraviglioso double ha mandato a punto Michael Young e Nelson Cruz, per il 4-2. Una parola riguardo Napoli. IEri ci sono stati due grandiose giocate di Napoli, che faceva il catcher, in seconda base. Craig sia nel quinto inning che nel nono inning ha cercato di rubare la seconda base ed in entrambi i casi (nel secondo con Pujols in battuta!) Mike Napoli ha tirato una bordata cosi’ forte e cosi’ precisa che per Craig non c’e’ stata la minima possibilita’ di raggiungere la base. In difesa Napoli si e’ rivelato un vero e proprio mostro, praticamente perfetto. Domani si gioca a St. Louis. Ai Rangers manca una partita per raggiungere il traguardo storico della vittoria delle prime World Series. Il traguardo e’ vicino, ma davanti c’e’ una strada molto tortuosa.


Monday, October 24, 2011

2-2... Holland!

Che partita! Dopo l’umiliante 16-7 di sabato, i Rangers hanno dominato Game 4. Derek Holland, lo starter, e’ stato pressoche’ stupefacente, concedendo due umili hits e distruggendo il temutissimo Pujols. Holland, e’ stato in campo per ben 8 inning e 1/3, sostituito poi da Feliz che ha concluso gli ultimi due out (senza ‘save’). Il catcher Mike Napoli e’ invece al momento un volcano. Con ben un 3-run-homerun ha portato i Rangers sul 4-0 che e’ poi stato il risultato finale. Cosi’, si torna al pareggio, con 2-2. Stasera Game 5 in Texas, dopodomani Game 6 a St. Louis. Speriamo.

Sunday, October 23, 2011

16-7

Partita tre. Cosa dire? Il risultato e' stato di ben 16-7 per St. Louis. Dopo due partite con un punteggio totale che si puo' contare su una mano, ieri c'e' stata una replica del batting practice. Ventiquattro punti che si sono scatenati a partire da un gravissimo – e netto - errore arbitrale che ha sfavorito i
Texas Rangers. Al quarto inning un double play non e' stato visto dall'first base umpire Kulpa (di St. Louis). Su un lancio di Ian Kinsler, Mike Napoli ha taggato Holliday almeno un metro prima che egli arrivasse in base. Dichiarando salvo il giocatore dei Cardinals, le ire di Ron Washington e Napoli si sono scatenate inutilmente. Da li' i Rangers sono letteralmente crollati – senza scuse – subendo ben quattro runs nel quarto inning, tre nel quinto, quattro nel sesto, due nel settimo e uno in entrabi l'ottavo e nono innings.
I Rangers hanno cercato di reagire ma senza successo, facendo tre punti nel terzo e nel quinto, per spoi spegnersi con un singolo run nel settimo. Nulla da ridire. I Cardinals hanno meritato la vittoria. Pujols si e' portato nella storia del baseball pareggiando i tre homers in una singola partita delle World Series di Randy Jackson e Babe Ruth. Pujols e' un mostro e la bullpen dei Rangers non si mostra in grado di fermarlo. Speriamo per partita quattro, i Rangers devono vincere per evitare di trovarsi nella stessa identica condizione dell'anno scorso.

L'erroraccio arbitrale:


Friday, October 21, 2011

Baseball scacchistico

Il Maestro Internazionale di scacchi Mark Dvoretsky sarebbe contento. Game 2 delle World Series si e’ rivelata una partita a scacchi, di quelle lente ma appassionanti, di quelle in cui il centro e’ complesso, in cui ogni mossa potrebbe costare del materiale se non proprio lo scacco matto. A muovere i pezzi non c’erano Raul Capablanca o Bobby Fischer, ma Ron Washington per i Texas Rangers e Tony LaRussa per i St. Louis Cardinals. La partita e’ rimasta completamente equilibrata fino al settimo inning, in cui i Cardinals sono riusciti a portarsi in vantaggio sfruttando una situazione identica a quella di Game 1, con prima e terza base cariche e Ogando a lanciare. Fino a quel momento si e’ visto del vero baseball, quello classico, abbastanza lento, con pitchers attentissimi e tentativi di basi rubate da parte della squadra offensiva. Le difese sono state praticamente impeccabili, ad esclusione di due errori a squadra e quella dei Rangers e’ stata persino piu’ spettacolare, grazie ad un paio di double-plays della coppia Andrus-Kinsler. Il quinto inning ci ha infatti fatto vedere l’abilita’ del grande Andrus. Con un uomo in prima base (Garcia), Furcal ha colpito un linedrive verso Andrus che con un tuffo l’ha presa al volo con il suo guantone e, utilizzando il suo braccio destro per portare un po’ su il busto, ha lanciato la pallina con il braccio sinistro (quello con il guantone!!) a Kinsler che in corsa e’ riuscito ad afferarla per poi toccare la seconda base prima di Garcia. Kinsler ed Andrus si sono rivelati poi importantissimi al nono inning, quello della vittoria dei Rangers. Kinsler va in battuta e raggiunge la prima base. Andrus con un single riesce quindi a raggiungere la seconda base (colpevole Pujols a cui e’ caduta la pallina) e Kinsler riesce a raggiungere la terza. A questo punto, ad Hamilton non tocca altro che battere Rhodes con una popfly verso il rightfield. Sulla presa, Kinsler si lancia a far punto (1-1). Successivamente, Michael Young fa un altra popfly, sacrificandosi, facendo raggiungere homeplate ad Andrus, per il 2-1 per i Rangers. Al bottom del nono, Feliz fa il suo lavoro permettendo ai Rangers di vincere, con due strikeouts e una popfly. Dunque, il punteggio delle partite e’ Texas Rangers 1 –St. Louis 1. Ed ora, si vola ad Arlington, in Texas, per giocare sotto le regole dell’American League (quindi con il DH).
In realta’, nessuna cronaca puo’ cogliere appieno la tensione di una partita quasi immobile in cui i due pitcher, Lewis per i Rangers e Garcia per i Cardinals, sono stati veramente bravi. La concentrazione necessaria da parte di ogni giocatore era visibile, cosi’ come la paura di sbagliare. Non e’ un caso che uno dei punti della rimonta dei Rangers sia arrivata proprio grazie ad un banale errore di Pujols, in ballo c’era troppo. La passione ci ha forse fatto tornare alla Deadball Era, in cui tutte le partite erano equilibrate, il gioco non era potente e le azioni coraggiose erano poche. A differenza di allora, qui il coraggio pero’ non e’ venuto a mancare, con i vari tentativi di basi rubate, con i sacrifice e con i vari cambi dei pitchers. In realta’ anche tenere Lewis fino al settimo inning e’ stata una scelta molto coraggiosa che, alla fine, ha pagato. E’ stato uno spettacolo meraviglioso e veramente indescrivibile. Ogni momento ha mostrato la bellezza del baseball e mi auguro che la serie continui cosi’. Ovviamente con le regole dell’American League ed il DH le partite dovrebbero avere piu’ runs, ma poco importa. Come a scacchi, ogni tanto si fanno partite anche molto aperte.
A sabato sera e complimenti ad entrambe le squadre.


Thursday, October 20, 2011

Due orette...

Tra circa due ore Game 2 delle World Series.
Pitchers: Lewis (TEX), J.Garcia (STL)

Go Rangers!

Texas Rangers 2 - St Louis Cardinals 3

Perso Game 1. Che dire? La partita e’ stata abbastanza equilibrata. I punti chiave secondo me sono stati la leggera superiorita’ di Carpenter in confronto a CJ Wilson, che ha resistito sei innings ma ha poi messo in difficolta’ Ogando (il quale su un single di Craig con la terza base carica ha subito un run). L’altra cosa e’ la difficolta’ che i nostri hanno avuto in battuta. In altre parole non si e’ vista la squadra che abbiamo visto nell’ALCS. Andrus, Hamilton e Young non sono riusciti a fare niente (totale di 11 AB, 0 H, 0BB, 2SO), mentre Napoli con il suo homerun si e’ confermato come il piu’ solido tra tutti. Vedremo cosa succede oggi. Dobbiamo vincere Game 2.

Wednesday, October 19, 2011

Sunday, October 16, 2011

WORLD SERIES!



World Series! Bastano queste due magiche parole per descrivere un insieme di sentimenti. I Texas Rangers hanno battuto i Detroit Tigers ben 15-5, recuperando da un deficit di 2-0 nel terzo inning. L'opera e' stata significativa in quanto i Rangers hanno avuto un'esplosione alquanto bizzarra nel terzo inning dove hanno fatto ben nove punti senza un homerun. In aggiunta, Nelson Cruz ha superato un'altra ogni altro giocatore nella storia del baseball, raggiungendo ben sei homerun nel totale della post-season.
Scherzer, il pitcher per i Tigers, non deve aver dormito la scorsa notte. Nel terzo inning, dopo il primo out (Kinsler) c'e' stata la suddetta esplosione. Andrus: walk. Hamilton: single. Young: Dobule, con Andrus e Hamilton che vanno a punto (2RBI, risultato 2-2). Beltre: Single e Micheal Young che va a punto (1RBI, risultato 3-2). Mike Napoli, il favorito dei tifosi: walk con Beltre che va in seconda base.
Nelson Cruz: walk (con una chiamata dubbia da parte dell'umpire), tutte e tre le basi cariche. Detroit cambia pitcher, entra Schlereth. Murphy: single, fanno punto Beltre e Napoli (2RBI, risultato 5-2).
Detroit cambia ancora pitcher, entra Porcello. Kinsler: single, Cruz e Murphy fanno punto.
Andrus: single ma Gentry vine messo out mentre corre a far punto. Hamilton subisce un intentional walk. Young fa un double, Kinsler, Andrus ed Hamilton fanno punto (risultato 8-2). Risultato finale dell'inning (e non della partita) 9-2 per i Rangers. Mai vista una cosa del genere.

Al settimo inning invece Nelson Cruz, già' protagonista delle partite precedenti, entra nuovamente nella storia. Al primo tiro da parte di Penny, tira una bordata con la mazza che arriva fuoricampo e fa quindi il suo sesto homerun nella postseason (facendo fare punto anche a Mike Napoli).

Il risultato finale della partita e' quindi 15-5 e i Texas Rangers avanzano alle World Series per la seconda volta in due anni (e seconda volta nella loro storia), diventando quindi campioni dell'American League Championship Series. Tra poco si sapra' se dovranno giocare contro i St. Louis Cardinals o contro i Milwaukee Brewers.

Thursday, October 13, 2011

Partita cinque: sconfitta

Texas Rangers 5 - Detroit Tigers 7.  LOB dei Rangers 10 e non dico altro.


Totale partite: Texas Rangers 3 - Detroit Tigers 2, ci si vede in Texas per la prossima sfida.

Hello, Dennis


Dopo Steve Jobs, e' morto un'altro grande pioniere dell'informatica. Dennis Ritchie, co-creatore di Unix insieme a Ken Thompson e creatore del linguaggio C, si e' spento all'eta' di 70 anni.
Un'altro vuoto che difficilmente si riempirà. Dennis e Ken hanno rivoluzionato l'informatica creando da Minics quel sistema operativo che oggi, grazie a diversi discendenti, fa funzionare milioni di dispositivi elettronici.
Mac OS X, Linux, BSD e Android e milioni di programmatori devono moltissimo a questo personaggio sconosciuto alla grande stampa. Il suo libro "The C Programming Language", scritto insieme a Brian Kernighan, e' tutt'ora una 'bibbia' che tengo fedelmente in due lingue (italiano e inglese).
Mi immagino che San Pietro alle porte del paradiso appena vedrà Dennis gli dira', semplicemente:

#include <stdio.h>

main()
{
  printf ("hello, dennis");
}

// See K&R [1988], page 9

Eroi

Solitamente non mi piace usare aggettivi esagerati per descrivere eventi o talenti sportivi, tantomeno se l’aggettivo dovrebbe essere usato per quelle persone che cambiano veramente il mondo. Di conseguenza il titolo di questo post deve essere preso alla leggera, non troppo seriamente, anche se quello che si e’ visto ieri e’ sicuramente uno degli eventi sportivi piu’ belli che abbia mai visto, uno di quelli che ti fanno apprezzare uno sport anche se non ti piace (e a me, il baseball piace).

Si e’ gia’ detto che siamo nella post-season della Major League Baseball. I Texas Rangers –la squadra che seguo assiduamente –sta giocando al meglio delle sette partite contro i Detroit Tigers. Ieri si e’ svolta la quarta partita, i Rangers in vantaggio di due partite ad una nell’ALCS (American League Championship Series). Chi vince per primo quattro partite passa il turno e va alle World Series che si giocheranno contro il vincitore della NLCS (National League Championship Series) contesa tra St Louis Cardinals e Milwaukee Brewers. La partita doveva cominciare alle 4:15PM ma, causa pioggia, e’ cominciata con quasi due ore di ritardo. Finalmente, dopo una lunga attesa, e’ il momento del primo pitch. I primi in battuta sono i Texas Rangers, quindi in difesa sono i Detroit Tigers. La sfida tra i due pitchers e’ tra Rick Porcello (Detroit) e Matt Harrison (Texas Rangers) quindi e’ impossibile prevedere l’esito basandosi sulle statistiche.

- Texas Rangers 0 –Detroit Tigers 2

Il primo inning finisce in parita’, ma e’ chiaro che Harrison (Texas) e’ in chiara difficolta’ con gia’ ben 20 pitches e 1 walk (Cabrera) che per fortuna si rivela inutile grazie ad una pop-fly di Martinez catturata da Elvis Andrus. Il secondo inning non e’ molto diverso dal primo. Contrariamente, il terzo inning fa tremare il Texas e fa esultare Detroit. Inge riesce a raggiungere la prima base (1 out).ackson viene messo out e Raborn riesce a raggiungere la prima base mentre Inge arriva in seconda. Con due out, un uomo in prima base ed un uomo in seconda base e’ il turno del temutissimo Miguel Cabrera. Harrison (Texas) gli pitcha una pallina a 96 mph che Cabrera riesce a intercettare con la mazza. E’ un double, quindi sia Raburn che Inge fanno punto. Con l’out successivo, la partita si trova 2-0 per Detroit alla fine del terzo inning.

- Texas Rangers 3 –Detroit Tigers 2

Si arriva quindi al sesto inning. Harrison e’ in difficolta’ ma Detroit non riesce a fare ulteriori punti. Quindi, Porcello (Detroit) e’ il pitcher. In battuta il primo e’ Murphy che riesce, con un single, ad arrivare in prima base. Torrealba viene messo out. Kinsler riesce a raggiungere la seconda base, con un double, e a mandare Murphy sull’homeplate, la partita e’ quindi Texas 1 –Detroit 2. E’ il turno di Andrus. Mentre e’ in battuta Kinsler riesce, per un soffio, a rubare la terza base. Andrus con un single raggiunge la prima base e manda Kinsler a fare il 2-2. Hamilton viene messo out. E’ il turno di Michael Young, finora deludente in questo post-season. SINGLE con Andrus che corre e fa punto. 3-2 per i Rangers

- Texas Rangers 3 –Detroit Tigers 3

Al settimo inning, con Ogando al posto di Harrison per i Rangers, Detroit riesce a pareggiare con un bell’homerun di Inge.

- Napoli, Cruz e la giocata che cambio’ il gioco.

Si arriva quindi all’ottavo inning con il risultato in perfetta parita’. E’ chiaro che chiunque faccia punto vincera’ la partita. I Rangers non riescono a fare punto, quindi e’ il turno dei Tigers. Per i Rangers il pitcher e’ Adams. Raburn e’ un out veloce, Cabrera raggiunge la prima base su un intentional walk (molto discusso). Victor Martinez riesce a fare un single e Cabrera riesce a raggiungere la base. Un solo out, quindi un single potrebbe distruggere qualsiasi sogno dei Rangers. Maddox, allenatore dei pitchers per i Rangers, corre in campo per parlare con Adams e Mike Napoli (il catcher). La situazione e’ pesantissima, serve un double-play per tirarsi fuori da questa situazione. Difficile. In battuta va Delmon Young. Primo pitch: strike. Secondo pitch: Ball. Terzo pitch: foul ball (strike). Il quarto pitch e’ uno slider ad 88mph. L’impatto c’e’, la pallina vola verso il right field, supera Michael Young (first baseman dei Rangers). Cruz e’ sotto la pallina, la riesce ad afferrare. Cabrera (Detroit) che e’ in terza base, si mette a correre come un matto per fare punto e quindi Cruz tira fortissimo verso homeplate. E’ un tiro di una violenza particolare ma precisissimo davanti ad homeplate, supera Young e si dirige verso Mike Napoli che si e’ messo in posizione bassa, precisissima pronto a prendere la pallina, toccare Cabrera e sentire l’impatto con Cabrera. Ora, Cabrera pesa 250 libbre, immaginatevi un toro che corre al massimo della sua velocita’. Quello di un toro in corsa e’ piu’ o meno l’impatto subito da Napoli che pero’ in due secondi riesce a prendere la pallina, non perderla, mettersi davanti a Cabrera, prepararsi all’impatto e resistere all’impatto che lo sbatte violentemente a terra. Questo e’ il double-play (Cabrera Out, Delmon Young out) che forse ha cambiato la partita e, speriamo, la storia del baseball.

- Napoli-Cruz il duo dinamico. L’eroismo. La vittoria.

Il nono inning si rivela in un nulla di fatto. Si va quindi agli extra-inning. Il decimo inning non ci sono punti ne’ situazioni incredibilmente interessanti. Si arriva all’undicesimo inning. Il primo turno in battuta e’ quindi dei Rangers, il risultato sempre 3-3. Hamilton in battuta, Valverde e’ il pitcher per Detroit. Double al primo tiro! Hamilton quindi raggiunge la seconda base. Michael Young va in battuta ma viene messo strikeout. Qui, Detroit prova la strategia che si e’ rivelata fallace. Beltre in battuta riceve un intentional Walk e raggiunge la prima base. L’obiettivo di Detroit e’ ovvio, un double play o comunque un out su Mike Napoli. E’ il turno di Napoli… la situazione, prima e seconda base cariche, un out. Primo tiro, ball. Secondo tiro, swinging strike, terzo tiro… single!!!!! Mike Napoli ce la fa! Hamilton corre dalla seconda base alla terza e prosegue poi verso homeplate per fare punto. Fa la scivolata… punto! Siamo 4-3 per i Rangers. E’ il turno di Nelson Cruz che gia’ nel Game 2 e’ riuscito nell’impresa di un Grand Slam all’undicesimo inning. E’ il primo tiro, Cruz e’ concentratissimo, Valverde anche. Valverde tira, e’ una Fastball a 94mph, Cruz parte con la mazza… impatto! La pallina vola, vola, vola, vola… e’ homerun! Incredibile! Incredibile! Lo stadio di Detroit ammutolisce mentre Beltre, Napoli e Cruz fanno il giro delle basi e ben tre punti. Siamo 7-3 ! Successivamente Detroit riesce a fare i tre out, ma in battuta sono chiaramente psicologicamente distrutti mentre i Rangers sono carichissimi. Feliz quindi facilemente riesce a concludere la partita.

Conclusione: La partita e’ stata veramente bella, un duello continuo tra ogni batter contro ogni pitcher. Ogni giocata aveva il potenziale di determinare l’andamento della partita e cosi’ e’ stato.

Complimenti a Cruz, Napoli, i Rangers e anche i Tigers per l’ottimo spettacolo.



Wednesday, October 12, 2011

ALCS partita tre: sconfitta

La terza partita, la prima a Detroit e' stata una sconfitta. Risultato finale: Texas Rangers 2 - Detroit Tigers 5. Per loro bravissimi Martinez e Fister.
Nulla da aggiungere, hanno meritato.
Oggi pomeriggio partita 4.

Tuesday, October 11, 2011

Vedere la storia

Ieri si e’ svolta la seconda partita per l’ALCS tra i Texas Rangers e i Detroit Tigers. Rimandata di un giorno a causa della possibile pioggia –che poi non e’ arrivata –il Ballpark in Arlington ha avuto modo di vedere la creazione di un pezzo di storia del baseball. Procediamo con ordine.

I Rangers si sono portati in vantaggio subito di due punti gia’ al primo inning, ma la festa e’ durata poco. Holland, evidentemente nervoso, ha pitchato solo 2.2 innings, per un totale di ben 74 pitches (!) e solo 45 strikes. Holland nei suoi 2.2 innings ha permesso all’altra squadra di fare ben 3 runs, con ben 4 walks e 1 homerun facendo 0 strikeouts. Per Detroit invece ha pitchato Scherzer, 6 innings, permettendo 6 hits, 3 runs, 1 walk e 1 homerun, facendo 6 strikeouts. La forza dei Rangers e’ stata quindi nel bullpen, i relievers si sono dimostrati semplicemente fenomenali. Feldman si e’ ritrovato in una posizione bruttissima ma se l’e’ cavato alla grande, cosi’ come Ogando e Gonzalez. Feliz ha invece pitchato piu’ del suo solito inning. Fortunatamente sul 3-2 per Detroit ci ha pensato Cruz a pareggiare grazie ad un single-run homerun. Cosi’ dal settimo inning si e’ arrivati al nono, che dovrebbe essere l’inning finale. Tuttavia, nessuna delle due squadre e’ riuscita a portarsi in vantaggio quindi prolungando la partita di ben due innings.

All’undicesimo, storia e’ stata fatta. Per Detroit entra il pitcher Ryan Perry al posto di Jose Valverde. Michael Young –finora deludente nel post-season –al quinto pitch colpisce una fastball a 92 mph e raggiunge la prima base. Arriva il magico Beltre, che l’altro giorno ha colpito ben tre homeruns. Slider, quarto pitch a 85mph…… SINGLE! Micheal Young di corsa raggiunge la seconda base e Beltre e’ salvo in prima… A questo punto il coach di Detroit corre a parlare a Ryan Perry. C’e’ tensione, la partita e’ importantissima… Arriva Mike Napoli –prima aveva subito un intentional walk –al settimo pitch (con 3 ball, 2 strikes) Perry tira una fastball a 91mph… SINGLE! ANCORA !! Young arriva in terza, Beltre in seconda e Napoli arriva in prima (immaginate cinquantamila texani urlare “Napoli Napoli!” in coro…).

In battuta Nelson Cruz… le tre basi sono cariche, un triple play e’ difficile ma potrebbe infrangere i sogni dei rangers. Basta un punto per vincere la partita. I primi due pitch sono Foul Balls, quindi contano come due strikes. Il terzo e’ un chiarissimo ball. La tensione si aumenta, allo stadio c’e’ bolgia, vincere questa significa molto. A casa mia c’e’ il pandemonio, i bambini letteralmente impazziti. Io che urlo alla televisione manco mi sentissero… istanti lunghissimi, il baseball non concede assolutamente di scaricare la tensione, le giocate sono troppo lente, sono dei duelli interminabili. Ryan Perry comincia il movimento. Ci chiediamo tutti se e’ la pallina decisiva. Basta un single, basta un single… Un tiro di 85mph parte, e’ uno slider. Cruz comincia il movimento e colpisce la pallina… si capisce che e’ forte. La bolgia aumenta, ma potrebbe essere una semplice pop-fly, Cruz potrebbe essere out… la pallina prosegue… prosegue…. gli Outfielders di Detroit corrono come dannati… la pallina esce! GRAND SLAM ! HOMERUN ! GRAND SLAM!!! Allo stadio e a casa mia si festeggia come se si fosse atterrati su Marte! Prendo i bimbi e li lancio in aria, urlo come un imbecille. Guardo la TV e vedo che quando tocca l’homeplate Cruz viene “torturato” dai suoi compagni di squadra, con tanto di acqua, birra e schiuma da barba… NELSON CRUZ E’ IL PRIMO GIOCATORE DELLA STORIA CHE FA UN GRAND SLAM NEL POST-SEASON (da almeno il 1903).
E con questo pezzo di storia, Cruz ci regala una vittoria importantissima, dal 1985 (da quando c’e’ il format a 7 partite) solo tre squadre in vantaggio di 2 partite a 0 non sono poi arrivate alle World Series. Il sogno continua.

La partita e' durata 4 ore e 25 minuti, 51.227 spettatori. Temperatura 74 gradi F, vento verso RF a 2mph.

Sunday, October 9, 2011

Su berluska e friends


Osservare l'Italia dall'altra parte del mondo e' uno spettacolo interessante. Se ci pensate l'Italia e' perfettamente adattabile ad un esperimento sociale. Quale altro paese industrializzato può vantare di avere una classe politica come quella italiana? Certo, ogni paese ha le sue. Gli USA hanno il Tea Party, l'Inghilterra ha qualche Tory impazzito, in Olanda ci sono partiti pedofili, in Austria qualche partito xenofobo e in Germania e Francia c'e' ogni tanto qualche moto politico o popolare che cambia il vento. Tuttavia, sono tutti fenomeni limitati sia nella quantità che nel tempo. In Italia invece la classe politica al potere e' così' radicata nel suolo - i problemi partono nelle amministrazioni locali e arrivano al Colle - che e' dura non farsi prendere dalla disperazione.
Poiche' i sentimenti spesso portano a conclusioni errate, indossiamo il camice da scienziati, mettiamo l'Italia sotto una bella campana di vetro ed analizziamo.

Prima analisi: la Lega.
La Lega e' la prova che in Italia i politici non imparano un cazzo dalla storia politica della propria nazione. Il leghista medio, sentendosi un fascista sfigato, non riesce a vedere che se e' vero che Roma e' ladrona la lega ha sicuramente imparato a non essere da meno. Voglio dire, guardate il caso del Trota. Si può dire che e' un poveretto, che suo padre ha cercato di dargli un lavoro per manifesta inferiorità intellettuale. Ma Bossi ha voluto il potere e il potere - se esercitato seriamente - porta a sacrifici, anche dei figli. Lo zar Nicola I se n'e' andato al fronte e al ritorno si e' ritrovato con delle pallottole in corpo sparate dal suo stesso popolo.
Bossi e' in grado di fare questo? Caro Bossi, noi l'abbiamo capito: non te ne frega nulla di cambiare l'Italia perché ti fa comodo così. Potevi usare tuo figlio in maniera intelligente e dirci "visto? Non do' lavoro nemmeno a mio figlio che e' una capra capra capra(cit. Sgarbi), io non rubo i vostri soldi". Potevi innalzare il Trota ad esempio, potevi portarlo nell'Olimpo politico, potevi anche fargli una statua intitolata "Il Trota e la rinascita della Padania", con cui rimembravi al Padano, a te tanto caro, che non si scende a compromessi soprattutto per ragioni di famiglia. . Poi, ai fatti, tuo figlio potevi mantenerlo tu, tanto i soldi li hai fatti, potevi fargli trovare lavoro in qualche azienda di qualche amico industriale. Ma almeno avresti dato un esempio e avresti seriamente spaventato i tuoi avversari (chi e' disposto a sacrificare il figlio non ha nulla da perdere e non si ferma davanti a nulla). Peggio ancora, i seguaci di Bossi. Sento ogni tanto che i leghisti sono "arrabbiati" con chi li guida. Ma continuano a definirsi leghisti. Diventati ormai servi di Berlusconi, non sono in grado ci capire che il sogno Padano e' finito da un bel pezzo. Ogni anno, fedeli come i napoletani per San Gennaro, si presentano a Pontida per vedere il miracolo della rinascita padana che prima o poi arriverà. L'importante e' aver fiducia nella seconda venuta del santissimo (Bossi). Io non mi capacito di come ci si faccia prendere per il culo così. Voglio dire, sono anni che la lega tritura i maroni (non ministro) con i ministeri al nord, con le bandiere padane fuori dalle scuole, con le ronde (l'unica cosa che la lega e' riuscita fare, ovvero rendere l'Italia tutta un possibile stato di polizia), con il dialetto nelle scuole - ma guai a dire di far imparare bene l'Inglese, sai com'e' viviamo nel 1800… In realtà' sono tutti "nostalgismi" da finto fascista. La realtà' e' semplice. La lega dal 1994 - tranne la famosa breve parentesi - porta i voti a Berlusconi al Nord, tutto grazie ai Borghezio vari che, forse, sono i servi peggiori (fanno anche danni convincendo la gente ad andare a pestare gli altri). Cosa si deduce quindi? Che la lega non e' nient'altro che un finto movimento. Nessun movimento degno di tale nome e' in grado di resistere piu' di vent'anni senza portare il benche' minimo risultato, se non quello di tenere in piedi Berlusconi.

Seconda analisi: Berlusconi

E' difficile scegliere da dove cominciare. Il bunga-bunga e' la prima cosa che viene in mente. Basta solo questo per tirare le somme sul primo ministro? Purtroppo no, la situazione e' talmente complessa da fare paura. Dunque, il tizio e' sceso in politica nel 1994, raccogliendo cio' che era rimasto nel dopo mani pulite. Nel 1994 tale tizio si presentava in politica piuttosto educato, riempendoci di “mi consenta”, “mi scusi signor Vespa” e cosi' via. Pochi mossi viene buttato fuori a calci e, diciamola tutta, con la collaborazione di un colpo basso della magistratura. Dopo che Bossi dichiara di non tornare mai piu' con Berlusconi, la coppia si rinunisce allegramente alla maniera di qualche trasmissione della De Filippi e vince le elezioni del 2001. Da li' in poi, Berlusconi sembra impazzire. Insulti, parolacce, comportamenti folli, divorzi, partecipazioni al convegno CL di Rimini, bunga-bunga e cosi' via. Insomma, io offro alcune possibilita' che bisognerebbe investigare:
  1. Berlusconi lo fa apposta e basta. Mediaset ha rincoglionito l'italiano sufficientemente da potersi comportare in questa maniera, magari guadagnando anche qualche voto
  2. Berlusconi e' un menefreghista. Gli interessa solo trasformarsi nelle notti non di luna piena in un grande puffo eternamente erettile a suon di pillole blu
  3. Berlusconi si e' bossizzato. Capendo che Mediaset ha rincoglionito l'italiano sufficientemente da potersi comportare in questa maniera, e forse di esserne avvantaggiato, egli prosegue in proclami e urla alquanto inutili (anche gli arbitri sono comunisti)
  4. E' senile. L'aggiunta delle pillole blu al suo sistema non deve aver aiutato molto
  5. E' effettivamente impazzito. Questa, in ordine di importanza, e' in seconda posizione per eventualita' piu' terrificante (tengo la prima per ultima...)
  6. E' un incapace, senza ombra di dubbio la cosa peggiore.

Esaminiamo ancora un po' quest'ultimo punto. Se Berlusconi e' un incapace allora la cosa va aggiunta al fatto che anche l'opposizione e' piena di incapaci. Ne consegue che l'intero sistema politico e' pieno dei suddetti incapaci. Il vero problema e' che questi stanno formando la nuova generazione di politici e stanno formando il nuovo sistema politico. Il fatto e' che a loro non gliene frega niente del futuro, stanno arraffando quello che possono e cio' si vede dalla ridicola finanziaria e il fatto che ne usciva una al giorno. L'aumento della gia' altissima IVA (al 21% !) e' il contrario di quello che si dovrebbe fare in crisi economica (aiutare la spesa, gli investimenti, far girare l'economia, essere piu' protezionisti ecc.). Ma vabbe'.
Ora, gia' sento la domanda “Ma allora votiamo Berlusconi perche' e' il meno peggio?”. No. Primo di tutto Berlusconi non e' solo incapace, ma con ogni probabilita' sono validi tutti i punti, dal primo all'ultimo. Inquietante il fatto che la signora Lario ci disse di “aiutarlo”... se anche lei che l'ha sposato lo considera un malato allora c'e' veramente da preoccuparsi. Inoltre il berlusconismo ha distrutto la politica italiana, distruggendo prima la destra, poi il sistema centrista. In secondo luogo ha poi distrutto l'opposizione (composta di polli in quanto ad acume) che si e' centralizzata sulla sua figura. Ora, per far ripartire il sistema italiano ci vuole una destra seria ed intelligente seguita da una sinistra seria ed intelligente. L'unico modo e' eliminare politicamente Berluska e il berlusconesimo in maniera che dalle macerie si possa ricostruire tutto (De Andre' disse che dal letame nascono i fiori... direi che il letame e' una perfetta allegoria di quello che vediamo quotidianamente).

Tre: l'opposizione

C'e' poco da dire. Sono incompetenti ammanicati. Ma purtroppo c'e' bisogno di loro. Se vanno al governo ci sara' da ridere, che e' sempre meglio del piangere attuale.

Quattro: confindustria e sindacati

Rimando all'ottimo post di Uriel Fanelli sul blog “Kein Pfusch”. L'articolo e' intitolato “Marchionne & Confindustria” e datato 10 ottobre 2011.


Adesso finisco qua, riprendero' il discorso quando piu' mi aggrada.

Cinque ore di partita... vittoria!

Ieri, prima partita per la finale ALCS dei Texas Rangers. Purtroppo rovinata dalla non-costante presenza della pioggia alla fine i Rangers hanno battuto 3-2 i Detroit Tigers  dopo ben cinque ore. Finita al nono innings, cosa ci dice il box score? Innanzittutto che CJ Wilson ha rischiato. Ha rischiato di brutto. Considerando che Ron Washington ha deciso di sostituirlo al quinto inning con ben tre basi cariche (su un suo wild pitch i Tigers hanno fatto il secondo punto) c'e' da dire che sulla panchina dei Rangers devono aver sudato freddo. L'ingresso di Gonzalez (un solo out per lui) ci ha concesso di passare all'agoniato sesto inning in cui Ogando ha fatto vedere la sua superiorità, malgrado un walk.
Il quarantasettenne Oliver ha fatto vedere il meglio di se con un 1-2-3 inning (1 strikeout), seguito da Adams (uno strikeout). Finalmente giunti al nono inning Feliz ha tirato le sue solite lasagne - pitch a 99 miglia orarie - che ci hanno concesso di superare i Tigers in questa partita della durata mitologica (ripeto, ben cinque ore).
Parliamo un po' di Detroit. Cosa dire di Verlander? Ben 82 pitcher con solo 49 strikes. Onestamente, non e' stato alla pari con se' stesso. Non e' riuscito a dare sicurezza alla sua squadra (anche CJ e' stato inferiore rispetto a quello che mi aspettavo) e, anzi, ha fatto paura. Salvato forse solo dalla pioggia e' stato rimosso al quinto inning.
Oggi c'e' la seconda partita (al momento piove, quindi Dio solo e' in grado di sapere se si farà, a che ora come quando e perché). Dobbiamo vincerne quattro per accedere, per la seconda volta nella storia, alle World Series. E' dura, ma fattibile. La partita e' alle 7:45ET, pitcha Holland (16-5, 3.95ERA) per i Rangers mentre Scherzer (15-9, 4.43ERA). Vedremo.

Friday, October 7, 2011

Per ora sul blog non c'e' nulla

Nemmeno la sofferenza. Forse ch'abbiamo il limbo davanti a' nostri occhi? Oh tu ignavio, codesto post e' un test, da htc con Android.
Benvenuto sul fiume Acheronte o, come direste voi del secolo xxi se aveste acume, Hackeronte!